Ricordiamo, con profondo dolore e tristezza, Agitu Ideo Gudeta: la pastora e casara etiope, residente a Frassilongo, in Trentino, violentata e barbaramente uccisa da un suo collaboratore al termine di una lite, come le indagini hanno rivelato, scaturita per motivi d’interesse.
Agitu Ideo Gudeta, laureata in sociologia all’Università di Trento, nel 2019 era stata fra gli otto destinatari del premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno.
Il riconoscimento le era stato conferito per il suo impegno, nel paese d’origine, contro il fenomeno del land grabbing, una battaglia che l’aveva costretta a rifugiarsi in Italia, nel 2010, dopo le minacce ricevute dal governo. E poi per la lungimiranza, la visione d’impresa e la tenacia, anche a fronte degli episodi discriminatori che aveva subito, con cui gestiva “La capra felice”: l’azienda casearia e cosmetica che aveva fondato nella Valle dei Mòcheni, allevando la varietà ovina del posto nel segno della sostenibilità e dell’eccellenza, il progetto al quale si dedicava con spirito innovativo e amore verso gli animali del suo gregge (alla cerimonia di premiazione aveva deciso all’ultimo momento di partecipare in remoto proprio per non allontanarsi dall’attività). Il primo gennaio 2021 avrebbe compiuto 43 anni, un atto brutale, un femminicidio ha messo fine alla sua vita coraggiosa.
Il Comitato organizzatore del Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno